30 novembre 2011

Anche Sergio Marchionne è un avatar

John Elkann

Dirigere multinazionali è un lavoraccio. La proprietà vuole profitti eterni e non ammette deroghe di mercato, la loro casella di posta è costantemente intasata dai cv dei concorrenti, che enfatizzano in maniera esponenziale ogni più piccola sbavatura anche tendenziale alla costante ricerca della spallata. E ogni anno le università di tutto il mondo ne vomitano sul mercato di nuovi, sempre più aggressivi. Squali, più il posto è in vista e più ce ne sono. Una vitaccia.

Sergio Marchionne è tenuto al guinzaglio dagli Agnelli, lavora per loro, è un loro dipendente.

Inutile prendersela con lui, perché lui non cambia rotta, non può cambiare, se cambia viene rimosso. Tolto "lui" ne sono pronti a milioni, con la stessa ricetta, affinata al capello, notti insonni per sfruttare l'occasione, Metodo Stanislavskij per stupire la proprietà e garantirsi il subentro.

Perché il compito di queste persone è generare profitto per chi paga loro i benefits, e mediare questa cosa con il rispetto degli altri è semplicemente inammissibile se a questo si deve coniugare un minore profitto per l'azienda, che tradotto starebbe per minori dividendi per gli azionisti e quindi defenestrazione certa a favore del successore di turno.

Il colpevole numero uno della chiusura delle fabbriche e del licenziamento dei lavoratori è la mancanza di un contrappeso da opporre a queste ciniche macchine da soldi, politici, sindacalisti, chi doveva provvedere a mantenere un equilibrio ed ha invece preferito piegarsi verso i padroni.

Riguardo questi, li immagino mentre commentano il giornale col caddie, felici di aver trovato un avatar sul quale stornare le ire dei vessati.

Gli a.d. sono un falso bersaglio.

27 novembre 2011

Una soluzione "cinese" per la crisi del centro-sinistra

Partiamo da questo assioma: Il peso dei partiti lo decidono le urne. Ovvero: non è affatto detto che il Partito Democratico, al termine della futura tornata elettorale, riuscirà a mantenere il ruolo di guida della coalizione di centro sinistra.

Detta così, "a bocce ferme", con la situazione cristallizzata al 2008, con una "corazzata" Pd in schiacciante superiorità numerica sul principale coinquilino della coalizione (l'Idv) quanto appena sostenuto rischia di passare per una mezza bestemmia.

Però, se proiettiamo in chiave futura la fila di "tappi" che bloccano il rapporto di osmosi fra il Pd e l'Idv, se aggiungiamo gli attriti di parte del Pd con i "cugini" del Sel; se osserviamo le galvaniche interne al Pd, con la barra del partito un giorno in mano ai centristi liberali e l'altro ai socialdemocratici, se contestualizziamo questa cosa dal punto di vista di chi nel 2008 a questo partito ha affidato la propria delega, ed oggi, seduto nel punto esatto dove si aspettava di trovare Bersani e soci osserva il fumo dei camini oltre orizzonte, e se, infine, inserissimo all'interno di queste variabili un soggetto "alieno" alla politica d'oggi, un qualcosa per "sparigliare le carte", chi scommetterebbe di veder uscire dalle prossime politiche un rapporto di coalizione in traccia con quello del 2008?

La civiltà cinese, di mille anni avanti alla nostra, sostiene che la crisi sia uno stadio necessario allo sviluppo dell'organismo. Ne consegue che non ci sia cosa peggiore da fare che arginare l'evoluzione di questo stadio. Se crisi è crisi deve'esserci. Ma invece, nei rapporti fra i componenti della coalizione, così come nei rapporti all'interno dello stesso Pd, sembra che questa crisi sia stata cristallizzata sul nascere, con la conseguenza che il ghiaccio ha bloccato i meccanismi della macchina, e la coalizione di centro sinistra è diventata come uno di quei carro armati scheletriti che vengono fotografati dai turisti nei pantani della Normandia.

La cosa interessante da osservare è quanto il Pd e l'Idv siano ideologicamente sovrapponibili. In ambedue gli schieramenti si osservano, fatti i dovuti rapporti, le stesse resse fra liberali e democratici. Se da dentro l'Idv si avesse il coraggio di passare oltre lo one-man-party, se ci fosse ben chiara la percezione di quello che chiedono gli elettori, intendendo questi andando oltre a chi ha già votato Idv in passato, guardando anche gli elettori stancati dal Pd, oltre a quelli che nel 2008 non hanno votato, e se consci del fatto che possediamo nelle nostre corde la chiave per fare felici questi individui, ci sganciassimo dal fardello dei liberali e volgessimo il nostro sguardo a sinistra verso l'idealismo socialdemocratico, non saremmo forse in grado di attrarre a noi questi voti? Non potremmo "diventare noi il Pd"?


Se invece la mancanza di fegato impedisse all'Idv di giocarsela, non sarebbe questa una occasione d'oro per una costituente? qualcosa con una connotazione ideologica di matrice socialdemocratica, legata alle università (pubbliche) qualcosa da opporre agli "Apparati" e dalle tessere; ma non sarebbe questa entità, in coalizione con la Sinistra "programma alla mano", a "sparigliare le carte" alle prossime politiche?

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#cantieresinistra

24 novembre 2011

Il concetto di Debito detestabile, ovvero come gli islandesi sono riusciti a a sfuggire all'abbraccio mortale dell'Fmi

Riporto di seguito il copia-incolla di un brano relativo al default islandese. Interessantissimo, secondo me, il concetto di "debito detestabile", la leva usata dai cittadini islandesi per opporsi all'Fmi e alla socializzazione delle perdite causate dal fallimento nel 2008 delle tre principali banche private del paese. Il link all'articolo è in basso come al solito, per chi volesse approfondire.
« Un debito detestabile è un debito contratto dallo Stato con le banche o altri istituti, che però non porta benefici alla popolazione, ma anzi la danneggia. Un debito simile non si può pretendere che venga pagato dallo stesso popolo che ne ha già subito le conseguenze in termini d'interessi sul debito pubblico. »

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#default
#Debitodetestabile

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23 novembre 2011

Giorgio Cremaschi : Ripartiamo dal «no» a Monti


Da non perdere questo post di Giorgio Cremaschi, che fotografa in maniera impeccabile, partendo dal passato, lo stato attuale delle cose. Folgorante, da leggere con calma, frase per frase.

Livorno : Il Tirreno è ancora una fonte autorevole?

Dalla locandina de Il Tirreno di questa mattina: In primo piano titolone su una sedicente statua della madonna che piange sangue (ma il vescovo ha scoperto l'inganno), mentre il titolo sotto ci informa che Massimiliano Allegri (un livornese attuale allenatore del Milan) ha una love story con l'attempata soubrette televisiva Barbara D'Urso (Mediaset).

Mi domando: evabbeh, fortunatamente ieri a Livorno non è successo niente di grave, ed il vecchio adagio "nessuna nuova buona nuova" non si applica alla carta stampata (forza di cose). La mancanza di fatti di cronaca poteva comunque essere presa come occasione per fare un po di informazione sul porto o sulla raffineria (entrambi anemizzati dalla crisi) oppure per portare in evidenza gli sviluppi realtivi ai problemi del nostro territorio con l'occupazione.

E invece no, si sono buttati a pesce sullo spetteguless del format da tabloid.

Il problema è serio: questo quotidiano ha il monopolio della informazione locale su carta stampata, molti livornesi formano le loro opinioni leggendo gli articoli di questo giornale. La melassa ha varcato i confini della città, l'intenzione è netta: Bye bye autorevolezza, si abdica alla missione di informare e si salta sul solco tracciato dal berlusconismo. Auspico fra qualche tempo di aprire una copia de Il Tirreno e di trovarci dentro le risate finte incorporate, come a Drive In.

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#IlTirreno

Fonte (manca, appena trovo l'immagine della locandina la monto nel post)

22 novembre 2011

Spagna primo atto dei popolari di Mariano Rajoy: salvato il Banco De Valencia

Prima grossa novità dalla vittoria elettorale dei popolari di Mariano Rajoy: il Banco De Espana, la banca centrale spagnola, ha appena rilevato il Banco De Valencia: sostituzione degli amministratori ed iniezione di capitali freschi per un miliardo di euro.

A quanto pare la Banca di Spagna è un ente pubblico, si tratterebbe quindi di una classica socializzazione delle perdite di un istituto privato.

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21 novembre 2011

desueto ??

Se io cucinassi i migliori spaghetti al pomodoro del mondo e dichiarassi che mai e poi mai sarei disposto a cucinarli per la regina d'Inghilterra, se questa effettivamente mi chiedesse di cucinarle i miei spaghetti al pomodoro e io le rispondessi mai e poi mai, si prefigurerebbe il fatto che con i soldi non è possibile comprare tutto.

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#cantieresinistra

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La Spagna svolta a destra, rimonta storica della sinistra



Avrei un paio di riflessioni su questa tanto decantata "svolta a destra" della Spagna.

La prima è circa la tempistica di questa virata, in effetti osservata già da qualche tempo, esattamente da quando i socialisti hanno scelto di girare il cappello e di diventare, per certe cose almeno, dei liberali. Già, perché non basta sostenere di essere dei socialisti, la cosa va pure dimostrata, ed in politica niente ritrae meglio la "realtà delle cose" di un bel voto. Il camminare nella traccia segnata degli eurobancari è stato un tradimento, il resto sono discorsi.

Ultima riflessione: la sinistra, quella vera, quella che si oppone alla dittatura delle banche, raddoppia il risultato delle precedenti politiche e si porta al 7%, un risultato da Partito di peso ed un segnale importante: Si fa forte la voce dei senza lavoro, che a stento sarebbero rappresentati dai "moderati". Da ieri sera la politica spagnola si rimette al passo con il ritratto sociale che l'ha espressa, simbolo che il lavoro di informazione simmetrica fatto da blogs e social networks sta arrivando, nonostante la diga eretta dal main stream.

Chi semina raccoglie, la speranza, forte, è che la Sinistra spagnola possa essere incisiva.

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19 novembre 2011

E di noi che cosa sarà

L'origine du monde
Gustave Courbet L'origine du monde Musée d'Orsay Paris

Per quanto mi riguarda, credo che la cronaca politica ci debba fornire degli spunti per metterci in grado di trarre il concetto dal fatto in questione e far si che questa sintesi sia di nostro aiuto quando dal concetto si torna nuovamente ad una applicazione pratica simile durante il "fare politico" del nostro vivere quotidiano.

Il suddetto concetto, raffinato dalla cronaca, è il cosiddetto "quadro", ma qual'è la sua cornice? E' la nostra ideologia, quella con la quale coniughiamo il fatto in questione.

Faccio un altro passo all'interno: che cosa c'è a monte alla cornice? C'è il chiodo, ovvero la domanda delle domande, che è la seguente: «Che ne sara' di me?»

Credo che questa domanda sia la sorgente della politica, la radice di qualsiasi atto che intraprendiamo (tutto e' politica) dai virtuosismi del lattante alla ricerca del modo più convincente per ottenere il latte in su. Tutto dipende da questa domanda, che ci poniamo, inconsapevolmente, ad ogni battito dei nostri cuori.


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#cantieresinistra

17 novembre 2011

Il governo Monti, un pacco che scotta


La sperticata delle mani sotto al palco dei nuovi ministri ad opera di molti fra giornalisti e bloggers "di sinistra" pare essere diventata la moda del momento. Motivo: il paragone col precedente governo.

Basta il governo dei bravi borghesi del signor Understatement per tornare felici? Basta una media al ribasso a far scendere di tre tacche il livello d'allerta?

Questa scatola noi non possiamo ancora aprirla, ma dalla affrancatura si vede bene che non è affatto il caso di applaudire: molti di questi signori provengono dalle università private, molti di questi signori sono ben radicati oltretevere.

Il nostro traguardo è mille miglia più a sinistra di questo governo, e se il buon giorno si vede dal mattino pioverà e a lungo. 

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#Monti
#MontiNo

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16 novembre 2011

A sinistra dell'antipolitica

Una cosa positiva i fatti di questi ultimi giorni l'hanno portata: finalmente ha avuto fine quel pasticciaccio brutto che impediva all'Italia di avere il tanto agognato sistema bipartitico.

In una settimana siamo passati dal Berlusconi contro tutti, con il centro ed il centro sinistra costretti insieme all'opposizione (e la sinistra gettata fuori dallo scacchiere) ad un canonico centro-destra contro centro-sinistra.

Il centro, rimosso il "tappo" costituito dal Pdl, e' scivolato, a suo agio, a destra, mentre Pd e soci fanno da contrappeso.

Con un Berlusconi come quello di oggi, battuto ed accigliato, il Pdl crollera' su se stesso, sara' in parte assorbito dall'Udc, mentre gli ex-An si riporteranno all'estrema destra, sparendo dall'emiciclo alle prossime elezioni, sara' quando sara'.

Alla fine il colpevole era davvero il maggiordomo, e l'anti politica era Berlusconi. Una cisti fatta di marketing, cresciuta alla destra dell'emiciclo per comodo, che gonfiandosi aveva finito per spingere a sinistra tutta la politica allora conosciuta, Fini compreso.

Ora finalmente vedremo più chiaro, almeno questo lo annovereremo fra i pregi di questa situazione.

Aspettando il piano del governo Monti, la mia ultima osservazione e' per il Pd, partito mutante, che, al fine di non perdere il primato di maggiore contrappeso politico, a suo tempo una cisti andò addirittura a cercarsela, e che non trovando niente di meglio fini' per mettersi in casa i democristiani, muorendone.

Per questo Partito vedo un grande futuro, ora che la balena bianca e' tornata.

Rimosso Berlusconi finisce il centro, che diventa quello che ideologicamente e' sempre stato, la destra.

Andrea Petrocchi

15 novembre 2011

A cosa serve questa classe politica?

A cosa serve questa classe politica se ci costringe ogni volta ai referendum per realizzare quanto le viene richiesto, rimanendo inoltre recalcitrante nonostante le percentuali bulgare alla esecuzione del dettato uscito dai seggi.

A cosa serve questa classe politica se nei momenti importanti abdica alle proprie responsabilità, come oggi, con i due principali partiti politici in fuga dalle loro responsabilità per paura di rimanere "scottati" dal nuovo esecutivo.

Questa classe politica ha stancato, è diventata palesemente fine a se stessa, immersa nei suoi tatticismi cervellotici, in quello che molti politici sostengono sia "l'alta politica". 

Nel migliore dei casi in questi tatticismi i nostri politici ci si sono persi, non vedono più l'Italia da amministrare, vedono di quando in quando o l'avversario da sgambettare o il palcoscenico da evitare.  

Questa non è più politica, si è perso di vista il fine, il cavo è saltato, il palloncino è volato via. L'accesso alla carica politica è diventato un biglietto da staccare per una giostra quinquennale attorno ad un altro universo, è un gioco, è un viaggio, un lunghissimo minuetto, un grosso sperpero avulso ai bisogni degli italiani.

Qual'è il nostro tornaconto, e qual'è la loro utilità. Non c'è più ne l'uno ne l'altro, c'è un grosso buco nero che inghiotte milioni e vomita plebende.

Questa mattina una signora mi ha confidato che togliendo finanziamenti, debiti e qualcosa per i figli questo mese dallo stipendio le rimangono sul conto corrente cento euro. Quanti italiani sono ridotti in questo stato? 

La domanda da porsi non è cosa differenzia il tecnico dal politico, ma come mai di fronte a una crisi che ci ha corroso fino alla classe media, in Spagna vanno alle elezioni anticipate e qui non si degnano neppure di arrischiarsi a un governo tecnico. 

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#bastacasta

14 novembre 2011

Idv - Il berlusconismo è finito, tempo di iniziare una nuova fase. A sinistra c'è posto

« E così un bel giorno ti svegli sfebbrato, ti alzi dal letto, prendi le tue medicine dal comodino e le riponi in dispensa.Ora che non servono più il solo guardarle ti ricorda quando stavi male.»
Lo avevo già scritto tempo fa, ed i fatti di questi ultimi giorni, lo scoppio della bolla Berlusconi, mi impongono di riproporre questa riflessione. Ci ritorno sopra per il bene del mio Partito, l'Idv.

A proposito di Berlusconi Montanelli scriveva:
« Quell'uomo è una malattia che si cura solo con il vaccino, una bella iniezione di Cavaliere fino a diventarne immuni.»
Ora che il berlusconismo è finito, quando il virus tornerà con la prossima pandemia gli italiani si faranno trovare vaccinati.

Il Nostro partito deve molto all'anti-berlusconismo,perché ci ha portato un sacco di elettori, si tratta, per la massima parte, di gente simile ai pidiellini se non addirittura ai leghisti, gente faziosa, democraticamente ignorante, e che vota con lo stomaco.

E' stata una tattica utile (anche se subdola) un machiavellismo che ha pagato, perché è grazie al voto di questi italiani se oggi siamo rappresentati un po dappertutto, sia a livello centrale che in moltissime province e comuni italiani.

Si può discutere sul fatto che il rappresentare questa gente sia stato un bene o un male, come si può discutere se e come sarebbe andata conducendo una politica più "alta", d'alta parte siamo in Italia, e L'Italia, democraticamente, è ancora come un bambino delle elementari.

A prescindere da questo, da sabato sera il nostro investimento su Berlusconi è passato in perdita e dobbiamo liberarcene al più presto, perchè al finire di berlusconi anche l'anti-berlusconismo inizia irrimediabilmente a puzzare di vecchio.

La quota sta già iniziando a scendere, ed una prima conferma la si è vista stasera, quando Mentana, come ogni lunedì, ha dato i sondaggi, l'Idv ha perso un sonoro 0,4% sulla settimana precedente. Mentana attribuisce il calo al tango di Di Pietro sull'appoggio al governo Monti, ma secondo me a monte c'è altro.

I cinesi traducono la parola "imprevisto" con "probabilità": La morte del berlusconismo è quindi una opportunità irripetibile per il Nostro Partito. Quale momento migliore per fare autocritica, per aprire un cantiere, per accumulare energie per uno scatto in avanti, colmando questo nichilismo indotto dalla morte politica del nemico piazzando sulla scena politica nazionale un Idv rinnovato, un Partito finalmente fuori dalla larva, un Partito vero.

Il Pd non uscirà mai dal suo loop, rimarrà per sempre prigioniero della scelta fra essere un partito liberal-democratico o social-democratico. I suoi elettori, quelli svincolati dai suoi "apparati" non aspetteranno in eterno, sono in attesa, si guardano attorno e non trovano niente di meglio.

Dobbiamo abbandonare la forma dell'one-man-party, sostituendo il nome del Presidente con un'altro che aiuti l'elettore di centro-sinistra a trovare la via di casa. Io sogno un bel nome tipo "partito Socialdemocratico", secondo me non ne esistono di migliori.

Dobbiamo poi liberarci delle post-ideologie, ci hanno fatto molto male, quando in politica provi ad accontentare tutti, il risultato è lo scontentare tutti, meglio servire alcuni ma servirli bene, dobbiamo abbracciare alcune tematiche sociali oggi volutamente tenute in un angolo per non rischiare di scontentare qualcuno.

Il ritorno alle ideologie ci metterebbe faccia a faccia con gli elettori del Pd in fuga da #Lettino, da #MatteoRenzi e dagli altri transfughi della balena bianca.

Ho avuto pena per chi al congresso del 2010 propose di cambiare il nome del Partito in "Partito Liberal-democratico", perché questi, i liberali, secondo me, appartengono allo schieramento opposto.

In tutte le cose, non serve fegato, serve intelligenza.
      
#idvstaff

12 novembre 2011

Mario Monti e la paura del Pd di affrontare gli elettori

Quando lunedì mattina Mario Monti giurerà di fronte a Napolitano noi tutti ci ritroveremo "in casa" un presidente del consiglio cooptato e non eletto dagli italiani. Verremo quindi governati per i prossimi due anni da una persona sprovvista della nostra delega.

Chi sostiene che l'espressione del voto degli italiani è il parlamento, ci sta in realtà raccontando una balla, perché i nostri parlamentari non si sono presentati davanti agli elettori con Mario Monti nel programma di governo.

Perché non si è voluti andare verso una scelta democratica e quindi verso le elezioni? una chiave di lettura: Perché il principale partito di centro sinistra non intende affrontare il giudizio degli italiani, perché fra i successi di Vendola e Di Pietro da una parte e gli effetti delle scelte impopolari fatte recentemente (l'astensione sul voto per l'eliminazione delle province per dirne una) dall'altra, ottenere una performance tipo quella del Molise sarebbe stata più di una congettura.

In questi momenti molti italiani sono in piazza a festeggiare le dimissioni di Berlusconi. Berlusconi è il nemico passato, vinto non da noi ma dalle locuste di Goldman Sachs, del Fodo Monetario Internazionale e dai Neocon europei. 

Le proiezioni danno il centro sinistra in impennata, l'Idv all'8%, il Sel è poco sopra, la Federazione è al 4%, e invece lunedì mattina diverremo sudditi di queste eminenze grigie.

Il liberale Mario Monti cercherà di fare a brandelli quel che resta del nostro stato sociale, asili, sevizi pubblici, assistenza, e il giuda che ci ha venduti a questi signori non prenderà neanche i trenta denari.   

Tre parole dolci: bilancio in attivo

Lo ha detto Santoro ieri sera, al netto del deficit accumulato negli ultimi vent'anni l'azienda-Italia ha il bilancio in attivo. E' una bella notizia, che, contestualizzata, ci offre alcuni scampoli di riflessione. 

E' bene intanto premettere che esistono due strade per raggiungere il pareggio di bilancio, la prima è virtuosa, la seconda passa per la macelleria sociale che stiamo osservando in questi ultimi mesi, e raggiungere l'obiettivo sottoponendo gli amministrati a pane e cipolla non è cosa lodevole.

L'attivo di bilancio potrebbe essere una bella fiche che un ipotetico primo ministro "di sinistra" potrebbe giocare al tavolo delle locuste. Sarebbe bello vedere l'effetto che farebbe mettendola in parallelo con un bel default asimmetrico (speculatori internazionali si; risparmiatori italiani, quelli che hanno comprato i Btp prima del conclamarsi della crisi, no).

Per poi sostenere che: 

  1. Sospendiamo per qualche tempo sia il rimborso delle obbligazioni in scadenza che il pagamento delle cedole (il sole sorgerà comunque, anche se speculi sui nostri debiti e ti va male).
  2. Che comunque, dato che stiamo mettendo fieno in cascina, rimborseremo l'intero capitale investito entro una certa data futura.
Questa medaglia avrebbe il seguente risvolto: potremmo rischiare di passare per antipatici presso i suddetti investitori internazionali, che girerebbero alla larga dai successivi collocamenti.


anche su questo fatto occorre precisare che:

  1. essere in attivo di bilancio ci rende evitabile il ricorso a nuove emissioni obbligazionarie (quelle attuali ci servono per pagare i debiti in scadenza, più le cedole)
  2. Esiste una nazione in nord Europa (peccato ho perso il link) che non emette titoli di Stato, e pare vivano benissimo lo stesso.

#serviziopubblico
#MontiNo

Fonte (Servizio Publico II puntata 10 nov 2011)

10 novembre 2011

Eclissi della Repubblica : Mario Monti, chi è e come la vede


Mario Monti, classe 1943 (stessa età di mio padre laddove io stesso inizio a definirmi una cariatide) anagraficamente ben lontano dai Sarkozy (1955) dagli Obama (1961) e dai Cameron (1966) ci confermerebbe, qualora eletto, come il sistema più gerontocratico al mondo dopo il Giappone.

Ma chi è Mario Monti? sono andato a frugare "in giro".

Su Tumblr ("sede" di un forte think-thanker della sinistra italiana) è oggi gettonatissima questa frase attribuita al nostro, che aiuta per una prima infarinatura:
« Berlusconi va ringraziato, nel ‘94 ci salvò dalla Sinistra di Occhetto e avviò la rivoluzione liberale in Italia.»
Sempre su Tumblr alcuni ruoli, passati e presenti, del nostro:
È stato il primo presidente del Bruegel, un think-tank, nato a Bruxelles nel 2005, composto e finanziato da 16 Stati membri e 28 multinazionali. È inoltre presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo BilderbergDal 2005 è International Advisor per Goldman Sachs.
Per finire un brano preso da un post di Beppe Grillo:
[...] Lui, preside dell’Università Bocconi, ex commissario europeo, international advisor di Goldman Sachs dal 2005 [...] 
Quindi un Bocconiano, peggio un membro di un think-tanker finanziato dalle multinazionali, peggio ancora un neoliberista supportato dai Rockefeller e da Goldman Sachs, stessa "scuderia" di un altro Goldman's, Mario Draghi.


Monti non viene ad aiutarci viene a licenziarci, e a pronta cassa.

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La politica un tot a parcheggio

Allego sotto questa scioccante intervista a Claudio Burlando, governatore della Liguria. L'aggettivo scioccante deriva dallo sfondo della inquadratura: guardate bene, è l'ex rio Fereggiano, appena trasformato in parcheggio da un centinaio di posti macchina.

L'esondazione del rio Fereggiano è una delle concause della catastrofe che il quattro di questo mese ha mietuto sei vite, un tributo altissimo, persone immolate sull'altare del posto macchina.

Una gestione orba della cosa pubblica, generata dal triangolo fra "politica", costruttori, capi popolo, un mutante che volta le spalle al futuro per soddisfare il mero desiderio della preferenza.

Finché poi il futuro non arriva, nella sua forma deteriore, e ti accorgi che il lasciar fare ti ha sottoposto a dei rischi. E lo vedi da te, quando girando lo sguardo dietro le spalle te lo ritrovi attaccato dietro, il futuro. E ti trovi a tu per tu con la tua coscienza.



#allertameteoLG

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9 novembre 2011

Falliti e contenti, la risposta al default è la nazionalizzazione delle banche

I liberisti-mainstream non amano il default, non c'è cosa peggiore per i loro affari. Per togliere questo evento dalla lista delle possibilità è per loro obbligatorio portare dalla loro parte anche "l'uomo della strada".

Come fare? "l'uomo della strada" è solitamente anche un piccolo risparmiatore. Chissà perché, quando dall'altra parte dal tubo catodico si parla default, il discorso va quasi sempre a cadere sulla chiusura delle banche. Terrorizzare gli ascoltatori ipotizzando il rapimento dei loro risparmi, generando nichilistiche visioni tramite la visione del proprio sportello bancario con le saracinesche abbassate, del bancomat con la spina staccata.
« Dove sono andati a finire i miei soldi? Li rivedrò mai??»
Non c'è corda migliore da suonare, dinanzi a questa possibilità vedo eserciti di piccoli risparmiatori allinearsi in fila per due dalla parte di chi oggi ci chiede lacrime e sangue (e sono sempre loro, i liberisti-mainstream).

Ebbene, non è detto che debba finire così, anzi, più esattamente, esiste una seconda strada, che non passa per la chiusura dei beneamati sportelli automatici. Ce lo spiega l'economista francese Michel Husson (vedi fonte sotto).

Husson sontiene che:
« Il solo mezzo razionale per trovare una via d'uscita dai debiti sarebbe di nazionalizzare le banche europee per ripartire da zero, una volta per tutte, e per organizzare quel fallimento inevitabile dei paesi più esposti. Verrebbe così proibita la distribuzione di dividendi e la revisione pubblica dei conti permetterebbe di determinare i debiti illegittimi. Queste nazionalizzazioni potrebbero essere definitive (nella versione radicale) o temporanea (nella versione moderata) come in Svezia negli anni '90.»
Mai sentito parlare della Svezia negli anni '90? nemmeno io, prima di leggere Husson. Credo sia perché non conviene rimestare nel passato.

E se prima di farle chiudere le nazionalizzassimo queste banche? Niente di definitivo, una sana gestione pubblica fino alla decongestione della crisi di liquidità, seguita dalla resa ai privati e ai vecchi azionisti.

Ispettori che spulciano nei bilanci, nessun dividendo da staccare, a tutto favore della liquidità. Le banche resterebbero aperte e i risparmi dei cittadini al sicuro. 

Gli unici a rimanerci male sarebbero gli attuali azionisti: ma, come dice il saggio, le azioni sono capitale di rischio, laddove il rischio è quello di perdere il capitale. Non si tratterebbe di un adieù ma di un arrivederci, e questo contesto dovrebbe metterli in condizione di non lagnarsi più di tanto.

Falliti e contenti, insomma, proprio come gli islandesi.

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#default
#italianrevolution

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La più bella battutta delle ultime sette ore

Maurizio Sacconi:
« Il Pdl è incompatibile con il Pd, io non mi consegno ai comunisti!»
Comunisti? nel Pd??
« Questo è sicuramente un universo conturbante.» (M.Simpson) 
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#aeiouy

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8 novembre 2011

Per interposta persona


Il salto della quaglia della Carlucci, ex passionaria del Pdl, oggi in rotta verso quel grosso fegato che sembra essere diventato l'Udc, ha generato un piccolo errore di sistema.

Si, perché qualcuno (vedi link in basso) ha divulgato una notizia "sensibile", ovvero che la Carlucci è in realtà l'avatar di un grande vecchio della politica italiana.

Che la Carlucci fosse telecomandata da qualcuno era più di un sospetto, se non altro per la sua provenienza, il mondo recitato della televisione. Un altro sospetto era lo sguardo da cocker.

Però, visti i compagni di partito, l'idea era che fosse "il capo" ad avere il joystick, e invece il salto l'ha chiamato Paolo Cirino Pomicino, classe 1939, in politica dal 1976.

Due ragionamenti:

Non se ne sono mai andati, hanno fatto un passo indietro e si sono nascosti dietro una sagoma di gesso.

Quante altre sagome di gesso vengono spostate avanti e indietro fra i cortili e le stanze del Parlamento? 

#carlucci

7 novembre 2011

Crisi : ecco perchè i ristoranti sono ancora pieni

Un paio di giorni fa il nostro primo ministro ha lasciato tutti basiti sostenendo che la crisi non sta mordendo gli italiani perché i ristoranti sono tutti pieni, cosa che, effettivamente, non mi sento di contraddire, neanche se l'ha detto lui.

Tutto vero quindi, nonostante questa crisi trovare posto al ristorante preferito nel fine settimana senza prenotare è ancora un miraggio, ma una cosa sono i ristoranti pieni, un'altra è sostenere che la crisi non è percepita. Questo perché "l'italiano" di Berlusconi non esiste, perché noi italiani non guadagniamo tutti allo stesso modo, non abbiamo tutti le stesse uscite.

Ci sono invece vari "prototipi di italiano", c'è quello che prima andava al ristorante una volta ogni tanto ed oggi non se lo può più permettere definitivamente; c'è quello che andava una volta alla settimana ed oggi va una volta al mese; c'è poi chi nonostante il conto color rosso acceso continua come se niente fosse, credendo di esorcizzare la miseria vivendo al di sopra delle proprie possibilità.

Ma soprattutto cito l'esempio della mia pizzeria preferita, che ha chiuso per ferie ad agosto ed ancora aspetto che riapra.

La solita buffonata alla Berlusconi quindi, invece che focalizzare il problema ha allargato la prospettiva, e noi gonzi che ci scriviamo ancora sopra.

#crisi
#berlusconi

3 novembre 2011

Pisacane S.p.A.

Michele Pisacane (gruppo misto)
Michele Pisacane (foto) è un parlamentare della Repubblica, eletto con l'Udc ed oggi orbitante fra i Responsabili, formazione rappresentante l'attuale punta di diamante del governo Berlusconi. Annalisa Vassella, moglie del Pisacane, è consigliere regionale in Campania, nonché amministratrice dell'Isa, azienda finanziata dal Ministero delle politiche agricole. Recentemente L'Isa ha quintuplicato lo stipendio della Pisacane, e questo fatto, messo in parallelo con la confluenza del marito verso il gruppo dei Responsabili, ha posto dei dubbi a molte persone, dubbi sfociati in una interrogazione parlamentare.

In attesa di conoscere i motivi a monte della promozione, e nella presunzione di innocenza del Pisacane e della signora Vassella, constato però che questa coppia "moderna" porta a casa un reddito mensile di 30mila euro, tutto a trazione pubblica. 

E' una questione di merito, che ci pone molti dubbi, ogni volta che ci troviamo faccia a faccia con casi simili: Come ha fatto la signora Vassella a trovare posto all'Isi? Quanto è stato forte "l'effetto traino" del marito nella elezione in regione? Ma soprattutto: è eticamente corretto il favorire la carriera politica della moglie? perché è scontato che parte dei voti presi alle regionali sono esposizione della influenza politica - anche non voluta - del marito. Qui sta l'etica. 

Sembra di assistere all'assalto della dirigenza, e nella dirigenza ci sono i risparmi di tutti, di chi gira con Suv, di chi s'arrabatta, di chi non arriva al venti del mese, e la dirigenza è ferma, niente cocchiere, niente cavalli, niente forziere, i dollari volano via portati dal vento e chi passa li raccoglie, questa è l'Italia di oggi.

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Giorgio Gori e lo spin-off del Cav verso il Pd

Il Pdl è diventato una cloaca nauseabonda, un Partito di insostenibili, quindi il Cav chiama a raccolta i suoi spin doctors. «Ivan il matto!!» e come la volpe che per liberarsi delle sue pulci si cala in acqua nello stagno con un rametto fra le fauci immergendosi fino a scomparire e lasciando gli animaletti infestanti alla deriva, Berlusconi, nella esclusiva difesa dei suoi interessi privati, passa sullo sfondo, abbandona la politica attiva, e lancia un suo nuovo avatar, controllato dalla Magnolia.

Sulla strada fra lui ed il raggiungimento di questo piano ci sono quei bazz'ercoli degli attuali vertici del Pd, poca cosa se confrontati ad un giovane politico ed a un apparato propagandistico da fare impallidire quello americano.

Mr.Bean sarà trasformato in un vincente, e "lui" governerà l'Italia per altri cinque anni, tirandone le fila dalla scrivania dei suoi avversari. 

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2 novembre 2011

Crisi - una domanda che la sinistra deve fare sua

Fateci caso, a chi ci assimila agli latri Piigs il nostro ministro del Tesoro risponde che l'Italia non è paragonabile alle altre nazioni periferiche perché, a differenza di queste, noi abbiamo un altissimo tasso di risparmio privato, perché gli italiani non si sono fatti affabulare dal sistema del debito, siamo un popolo di risparmiatori.

Tradotto dal politichese questo messaggio suona più o meno così: Non preoccupatevi, quando il nostro debito pubblico diverrà insostenibile chiederemo agli italiani, che hanno da parte la quota mancante. 

Silenzio tombale dal centro sinistra. Perché? si tratta di una ricetta trasversale?

Pd a parte?? nemmeno un distinguo? nulla? zero??

Crisi: Il peccato originale del signor B.

Questa crisi è un po come gettarsi da un aero senza aver prima letto bene quale leva attivi il paracadute.

Durante questa caduta libera, mentre l'avvitamento e l'orizzonte che si restringe ad ogni secondo ci rendono difficile fare il punto sulla situazione, conviene mettere a fuoco, provare almeno un assetto, porci delle domande. Quale futuro spetta a noi e ai nostri figli? Cosa ci ha condotto in questa situazione?  

Se per la prima domanda l'unica risposta è un sospirato "vedremo", per la seconda, rivolta al passato, di risposte ce ne sono molte. Fra queste ce n'è una che è più degna delle altre: L'inadeguatezza del metodo Berlusconi applicato alle lottizzazioni politiche, ovvero l'aver lottizzato i ruoli di comando accentrando le leve dei ministeri presso la propria scrivania, nella errata convinzione sulla infallibilità della propria rotta. Mettere a capo dei ministeri i nani, le ballerine e le campionesse di fellatio, quando per quei posti di comando nel resto del mondo vengono scelti i migliori laureati usciti dalle migliori università del Paese. 

In molti Paesi la direzione politica la decide il primo ministro, i ministeri sono fucine di idee.