3 marzo 2013

Circoscrizione 3 - A Fabbricotti andiamo incontro a una grossa sconfitta sociale

Ho incominciato a perdere il carattere quando il presidente ha tirato in mezzo i vigili, è stato a quel punto che ho capito che il dibattimento era pro forma e che tutto era già stato deciso. Mancava il suggello della Circoscrizione, si andava a senso unico.

Ed era incominciata male, l'ordine del giorno, così come preso dal presidente, si è agganciato a un precedente atto presentato dal capogruppo di Sel e dal sottoscritto, ma c'era poco da agganciare, noi parlavamo di posti auto a disco orario di mezz'ora, i tecnici invece hanno spalmato qualche centinaio di posti a pagamento su tutto il quartiere.

Il nostro intento era quello di bilanciare alcuni effetti collaterali della istituzione della zona a lettera, ad esempio quelli negativi per i commercianti, che con la sosta limitata perdono il giro di affari dei residenti esterni al quartiere, un paio di parcheggi a disco orario per stecca commerciale sarebbero stati sufficienti, e invece no.

Altra decisione nefasta: parcheggi a lettera in Largo Vaturi, che data la vicinanza col centro si accinge a diventare l'ennesimo parcheggio di prossimità della città, visione diametralmente opposta a quello che stanno realizzando le amministrazioni comunali del resto del mondo (parcheggi di scambio periferici e baricentrici rispetto al centro, vedi Firenze ad esempio) e a tutto vantaggio del trasporto privato e delle casse comunali che beneficeranno della privatizzazione dei posti auto sulle spalle dei cittadini, perché da "domani" saremo costretti a pagare quello che fino ad oggi era gratis.

Siccome questa scelta è stata fatta passare come un regalo ai commercianti, quando ho chiesto al presidente di domandare ai clienti degli esercizi commerciali cosa preferiscono fra la sosta gratuita di mezz'ora e quella a pagamento, domanda retorica, è ovvio che scelgono la prima, lui ha risposto che la sosta a disco non si può fare perché mancano i vigili per fare i controlli.

La politica delle rinunce è facile, però va detto che porta al collasso sociale, ovvero, taglia di qua, privatizza di la, il passo che separa il cittadino dalla pecora da tosare è breve, e secondo me la risposta "non ci sono soldi" è un pretesto per non andare a ledere benefici e consuetudini, questo va detto.

L'atto andava votato, già quell'uscita sui vigili mi aveva rabbuiato, ciliegina sulla torta il presidente si esibisce nel giochino della votazione lampo, senza neanche darmi il tempo di pronunciare la mia dichiarazione di voto, mi s'è chiusa la vena, fra alzarmi andare da lui e dargli dell'ipocrita è stato tutt'uno. Male, s'intende, ho perso la flemma, ma il limite era passato già da un pezzo.

Poi, a cose fatte, mi hanno riacceso i microfoni, ho ribadito che con la scusa dei commercianti l'amministrazione comunale ha trovato il modo di gabellare i cittadini.

Al netto del fatto che il contendere ha come oggetto il trasporto privato, ogni volta che un bene pubblico viene privatizzato la sconfitta è "globale", di tutta la comunità.

Che tanto a parcheggiare in largo Vaturi ci finirà prima o poi anche il presidente.


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#Livorno

Fonte

@andreapetrocchi

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