17 dicembre 2013

Circoscrizione 3: com'è andata la conferenza stampa con l'Uaar sui finanziamenti regionali alle scuole paritarie

Questo post segue quest'altro:

Questa mattina abbiamo presentato un comunicato congiunto Sel Livorno e Uaar Livorno, quello che avevo anticipato giorni addietro.

Presenti alla conferenza stampa il sottoscritto e Lina Sturmann per l'Uaar, la conferenza ha avuto luogo alla circolazione 3 in quanto il documento presentato prosegue una mia interrogazione persentata al relativo consiglio alcuni mesi fa, dalla quale sono emersi gli importi degli stanziamenti che sono poi finiti per essere le linee guida del cominicato.

La conferenza è partita con un commento all'articolo pro paritarie apparso su La Nazione di sabato scorso, del quale abbiamo stigmatizzato la falsa universalità da parte delle paritarie locali (tutte confessionali) aperte ai figli degli atei, cosi' come specificato dall'articolo, ma non alle famiglie confessionalmente differenti da quelle cattoliche.

Altro commento riguardo la sperequazione dei risparmi per lo Stato sempre riportata nell'articolo, che non tiene conto del parallelo solidale fra chi deve pagare la retta (che non è corteggiata nell'articolo) e chi no. Difatti in un trafiletto a fianco della traccia principale si leggono due cifre molto distanti fra loro, rappresentanti i costi annuali a carico dello Stato per uno studente della scuola statale e della parificata.

Si tratta di un rapporto confezionato a uso e consumo dei liberisti nostrali, difatti detti conteggi non tengono conto del fatto affatto trascurabile che "lo Stato" siamo noi, e che il lasciare che siano le famiglie "interessate", ovvero quelle con figli in età scolastica, a saldare la differenza pagando la retta significa ne più ne meno privatizzare quello che è il più grosso valore sociale di una nazione: la scuola statale.

La signora Sturmann ha inoltre giustamente specificato che i conteggi espressi nell'articolo non tengono conto degli alti costi che lo Stato (sempre noi) giustamente investe nel sostegno ai ragazzi che hanno problemi, sostegno che pare sia negato nelle parificate, che tradotto in termini economici significa risparmi sugli investimenti in personale dedicato che evidentemente vanno ad allargare la forbice fra i saldi riportati in articolo, che quindi a maggior ragione ci sentiamo di criticare.

Da li abbiamo mosso una critica al principio di sussidiarietà in salsa confessionale, tipico italiano, e la conclusione che l'intero impianto di quell'articolo va rovesciato riportandolo al seguente assunto:

« Ogni euro dato alle paritarie è un euro tolto alla scuola statale.»

Siamo quindi entrati nel dettaglio di quanto affermato descrivendo il comunicato stampa, che replico di seguito:


COMUNICATO STAMPA:

Sono 105 i bambini livornesi rimasti fuori quest'anno dagli asili nido comunali, 105 coppie di genitori costrette dai tagli alla spesa pubblica a risolvere "con creatività" il conflitto fra i diritti del loro bambino e i doveri del lavoro. Alcune di queste coppie possono contare sull'aiuto di nonni e zii, ma per molte altre la scelta obbligata è il nido dei privati, con rette attorno ai 500 euro mensili. Perché il Comune non trova le risorse per eliminare le liste di attesa degli asili nido? La risposta che ci viene data è che ci sono i tagli, che mancano i soldi. Non è proprio così: ad esempio nel 2012 il Comune ha erogato (da fondi regionali) un contributo di euro 101.865,00 a 12 scuole paritarie livornesi, cifra ritoccata al rialzo quest'anno: 103.016 euro per precisione. Da quando con la legge 62/2000 il governo D’Alema le fece entrare nel sistema pubblico le scuole paritarie ottengono ogni anno milioni di euro, e parte di questi stanziamenti arriva a Livorno, ribadiamo i 103.016 euro del 2013. Perché le scuole paritarie, che già fanno pagare rette notevoli, che non pagano né ICI, né IMU, che in virtù della loro confessionalità sono tutt'altro che universali devono venire prima dei nido comunali? A chi giova? Un esempio pratico ci mostra con la lucidità dei numeri la portata di questo problema: da dati ricavati è possibile affermare che se quei 100.000 euro fossero stornati verso i nido comunali il comune potrebbe assorbire un terzo dei bambini rimasti fuori dalla lista, permettendo così a molte coppie che non possono accedere ai privati uno sviluppo corretto della socialità del loro bambino attraverso il tempo passato coi suoi simili piuttosto che con gli anziani di casa. Siamo convinti che lo Stato di diritto, per potersi definire tale, debba tutelare i più deboli, e siamo certi che i bambini abbiano il diritto superiore di crescere in modo armonico insieme ai loro compagni, nessuno escluso. I soldi per i nido comunali ci sono, solo che vengono impiegati male, e i centomila euro (l'anno) le paritarie li vadano a chiedere ai finanziatori privati, come accade nel resto del mondo.


AGGIORNAMENTO: A riguardo allego copia dell'articolo apparso su Il Tirreno, quotidiano locale.




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@andreapetrocchi
SEL Livorno http://www.livornosel.it/
Fonte

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